GENITORI CHE SI SEPARANO: COSA VIVONO I FIGLI E COME COMUNICARE CON LORO


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Per i bambini, la separazione dei genitori è sempre causa di grande dolore. Anche quando non si osservano evidenti segnali di disagio, bisogna sempre ricordare che i figli sono protagonisti di una profonda riorganizzazione delle relazioni familiari. Quando i genitori si separano, il senso di stabilità e i punti di riferimento del bambino vengono messi in crisi. Se la separazione è accompagnata da un’elevata conflittualità o non viene gestita in modo adeguato, per il figlio essa costituirà un vero e proprio evento traumatico. Di conseguenza, oltre ai vissuti dolorosi aumenta il rischio di insorgenza di problemi di adattamento o di tipo psicopatologico.

COME SI COMPORTA UN BAMBINO CHE SOFFRE PER LA SEPARAZIONE DEI GENITORI?

Le risposte emotive e comportamentali dei figli non sono sempre uguali: ognuno reagisce alla separazione dei genitori in modo diverso. Persino tra fratelli appartenenti allo stesso nucleo familiare le reazioni sono differenti. Come si manifesta il dolore per la separazione a seconda dell’età?
  • Età prescolare. I bambini più piccoli (fino a un anno di età) comunicano la propria sofferenza tramite il corpo, attraverso sintomi come cefalea o disturbi gastrointestinali. A questi si possono affiancare disturbi nella sfera del sonno e dell’alimentazione. A 2 e 3 anni occorre prestare attenzione a eventuali regressioni a stadi di sviluppo precedenti: il bambino “torna indietro”, torna a succhiarsi il dito, a farsi la pipì addosso e usare il pannolino, oppure mostra ansia da separazione e fobie. Anche alterazioni nell’attività di gioco possono informare su uno stato di sofferenza. Dai 3 anni all’età scolare la tristezza e il dolore si esprimono con depressione dell’umore e stati di ansia, accanto a problemi comportamentali come tendenza all’aggressività o isolamento sociale.
  • Età scolare. Con l’ingresso a scuola, oltre alle somatizzazioni e agli stati di ansia, i bambini tendono a manifestare rabbia nei confronti di uno o entrambi i genitori. Una grande fonte di sofferenza è il conflitto di lealtà vissuto dal figlio (da che parte devo stare, da quella della mamma o da quella del papà?). Spesso gli insegnanti si accorgono di un calo nelle performance scolastiche: il bambino fa fatica a concentrarsi e si trova in difficoltà a scuola.



Nella ricerca di un senso alla separazione dei genitori, è assai frequente che i figli si attribuiscano la colpa: darsi una spiegazione è rassicurante, anche se doloroso. Per questo è estremamente importante la comunicazione: non parlare con i figli nell’intento di proteggerli è in realtà molto dannoso. 

COME COMUNICARE CON I FIGLI DURANTE LA SEPARAZIONE

Il libro di Silvia Vegetti Finzi, “Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei figli è uno strumento estremamente utile per comprendere i vissuti emotivi dei bambini nelle diverse fasce d’età, dalla nascita all’adolescenza. L’autrice fornisce delle indicazioni pratiche per gestire la comunicazione con i figli nel momento della separazione.
  • Parlare di ciò che sta accadendo. I genitori dovrebbero essere d’accordo su cosa dire al momento della comunicazione ed essere entrambi presenti. È importante evitare comunicazioni affrettate o troppo posticipate. La scelta del momento e delle modalità del dialogo sono da scegliere con attenzione.
  • Rassicurare. È estremamente importante tenere a mente che ci si può separare dal coniuge ma non dal figlio. Il bambino va rassicurato sul fatto che mamma e papà, anche se smettono di essere una coppia, saranno ancora i suoi genitori. Sottolineare che il bambino non ha nessuna colpa per la separazione è fondamentale.
  • No alle menzogne, sono destrutturanti per il bambino. Le illusioni generano delusioni: false aspettative, ad esempio sul fatto che mamma e papà un giorno torneranno insieme, non sono funzionali al benessere del figlio.
  • Non strumentalizzare il bambino. Nelle situazioni conflittuali accade spesso che si cerchi l’alleanza del figlio contro l’altro genitore, denigrandolo e screditandolo nella sua funzione genitoriale. Questo coinvolgimento nel conflitto della coppia aumenta il malessere del bambino.
  • Mantenere, per quanto possibile, la stabilità dell’ambiente di vita del bambino. Le routine e la prevedibilità dell’ambiente sono una fonte di rassicurazione. È utile quindi continuare a far vivere il bambino nella stessa casa, evitare di farlo dormire subito fuori casa e di fargli conoscere immediatamente nuovi partner.

I bambini non vanno lasciati soli nell’affrontare la separazione dei genitori. Sono infatti chiamati ad affrontare un “lutto”; devono esprimere i loro vissuti emotivi, elaborarli per evitare che rimangano sommersi. 

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