IL DISTURBO D’ANSIA DA SEPARAZIONE: QUANDO ALLONTANARSI DAI GENITORI DIVENTA TROPPO DOLOROSO
Da bambini, separarsi dai genitori o da
figure di riferimento può essere molto difficile.
Nei primi mesi di
vita, quando i genitori escono dalla stanza anche per poco, il bambino mostra
segnali di disagio come forte pianto. Questo accade perché il piccolo crede che il genitore, non essendo più presente nel suo
campo percettivo, non tornerà. E’ soltanto a 9-10 mesi di età che si
apprende il concetto di permanenza delle figure di accudimento; lo stress alla
separazione è quindi un fenomeno normale nei primi mesi di vita del bambino1.
Anche dopo il primo anno di vita, l’ansia
al momento della separazione costituisce un meccanismo protettivo di fronte ai
pericoli dell’ambiente2. Se il bambino piange o si aggrappa al
genitore non bisogna allarmarsi immediatamente. Tuttavia, quando paura e ansia
diventano eccessive, persistenti e sproporzionate rispetto allo stadio di sviluppo,
occorre prestare attenzione. Ci si può infatti trovare di fronte al “disturbo d’ansia da separazione”, che
si differenzia da una normale condizione evolutiva3: i bambini, in
questo caso, vivono con forte ansia situazioni di vita quotidiana come andare a
letto la sera, stare da soli nella propria camera, andare a casa di amici o
recarsi a scuola.
QUALI SONO I SINTOMI DEL DISTURBO?
Secondo quanto descritto dal DMS 5, il
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, i bambini con disturbo
d’ansia da separazione mostrano forti
segnali di disagio quando vengono separati da casa, dai genitori, dalle figure
di riferimento. Lo stato di ansia o di paura è caratterizzato da un livello
di gravità inappropriato rispetto allo stadio di sviluppo del bambino. Le
manifestazioni caratteristiche del
disturbo sono:
- rifiuto o difficoltà nell’andare a dormire senza avere vicino una delle principali figure di accudimento;
- incubi ricorrenti sul tema della separazione;
- rifiuto di andare a scuola per paura della separazione;
- sintomi fisici (mal di testa, dolori di stomaco, nausea, vomito);
- paura di perdere le figure di attaccamento o che possa accadere loro qualcosa di negativo (malattie, ferite, catastrofi o morte);
- paura che un evento imprevisto comporti separazione dalla principale figura di attaccamento (perdersi, essere rapito/a, avere un incidente, ammalarsi);
- difficoltà o paura nello stare da soli o senza le principali figure di accudimento.
COME CAMBIA IL DISTURBO NEL TEMPO?
Il disturbo d’ansia da separazione può
comparire già in età prescolare, in qualsiasi momento durante l’infanzia, raramente
in adolescenza. I sintomi possono essere differenti a seconda dell’età4.
In età prescolare, l’area più colpita è
quella del sonno. Lo stress alla
separazione nel momento di andare a dormire è un fenomeno normale, specie nel
primo anno di vita; quando il disagio si fa molto intenso, però, si può
ipotizzare un disturbo d’ansia5. I bambini solitamente chiedono che
qualcuno rimanga con loro finchè non si addormentano, o possono introdursi nel
letto dei genitori durante la notte. Sono frequenti, inoltre, gli incubi legati
al tema della separazione.
Una volta raggiunta l’età scolare, l’ansia
da separazione tende a manifestarsi attraverso il rifiuto della scuola6. L’ingresso a scuola comporta
necessariamente per il bambino il distacco da casa e dai genitori. Si può
osservare un rifiuto totale di andare a scuola o la difficoltà a restare
nell’ambiente scolastico per tutto il giorno7. I bambini spesso
lamentano disturbi fisici come mal di testa, mal di stomaco, mal di gola,
disturbi gastrointestinali; i sintomi sono più frequenti nei giorni scolastici
rispetto a quelli di vacanza8.
L’ansia da separazione sembra raggiungere
un picco a circa 9 anni9. In particolare, diversi studi hanno
riscontrato il maggior numero di sintomi
di ansia da separazione tra gli 8 e gli 11 anni10. In questa
fascia d’età le risposte di tipo cognitivo sono più comuni delle risposte
psicofisiologiche: i bambini sembrano essere preoccupati per i genitori e per
la possibilità che possa accadere loro qualcosa di negativo durante la
separazione.
COSA ACCADE IN FAMIGLIA? LE DIFFICOLTA’
DEI GENITORI
La crescita del bambino si inserisce,
chiaramente, all’interno del contesto familiare. Il disturbo d’ansia da
separazione sembra avere un’influenza sulla famiglia e può condurre a cambiamenti significativi nelle routine
familiari11. Di fronte all’ansia del bambino nei momenti di
separazione, i genitori possono mostrarsi accondiscendenti e assecondare il
figlio, evitando di esporlo a situazioni per lui ansiogene. Ad esempio, i
genitori evitano di lasciare il bambino da solo, di affidarlo ad altri adulti o
di portarlo a scuola; al bambino viene anche permesso di dormire nel letto di
mamma e papà. Questi comportamenti
accomodanti, però, possono creare difficoltà in famiglia sotto vari punti
di vista. Innanzitutto, non sono utili al bambino: non permettono, infatti, di
affrontare e risolvere le sue paure. In secondo luogo, possono indurre nei
genitori un sentimento di frustrazione per non poter trascorrere del tempo da
soli ed essere limitati nelle proprie attività. I fratelli, inoltre, possono
vivere con disagio la maggiore attenzione riservata all’altro figlio. Infine,
può accadere che si instauri uno stretto legame tra il bambino con disturbo
d’ansia da separazione e la figura di riferimento primaria, solitamente la
madre. Quando questo rapporto si traduce in un comportamento escludente verso
l’altro genitore, tipicamente il padre, si possono instaurare conflitti e
rapporti disfunzionali tra i membri della famiglia12.
Per affrontare
la situazione in modo funzionale al benessere di tutta la famiglia, è
importante non assecondare sempre il bambino nelle sue richieste: dare dei
limiti e delle regole chiare è il primo passo per una crescita sana. E’ fondamentale,
inoltre, evitare separazioni brusche e improvvise. Le separazioni vanno gestite
in modo calmo e graduale, spiegando sempre al bambino che mamma e papà
torneranno, come mai si devono allontanare, fornendo rassicurazione. E’
importante che i genitori non si sentano in colpa o spaventati di fronte alle
reazioni di paura del figlio; i piccoli “sentono” le emozioni dei grandi: sapere
che mamma e papà sono spaventati accresce la paura e il senso di pericolo.
Riferimenti bibliografici:
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