MINDFULNESS: IL VIVERE CONSAPEVOLE
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Quando
bevi, bevi e basta,
Quando
cammini, cammina e basta.
Proverbio Zen
Oggi ci troviamo in un
mondo dove fermarsi a contemplare la propria interiorità o la realtà che ci
circonda viene spesso considerato una perdita di tempo. Viviamo una vita
frenetica, dove le parole d’ordine sono velocità e produttività. Per essere
efficienti agiamo in modo automatico seguendo routine consolidate, intimoriti
dai cambiamenti. Tutto questo, però, va a spese della nostra salute: l’OMS prevede
che entro il 2030 la depressione potrebbe costituire la malattia più diffusa1.
I ritmi di vita attuali sono la principale causa di stress, a sua volta fattore
di rischio di malattie mentali e fisiche.
La Mindfulness ci invita a vivere con più
attenzione e pienezza, soffermandoci sulle esperienze e aprendoci al
cambiamento. Questa pratica ci aiuta ad uscire dalla dimensione del fare e ad entrare in quella dell’essere.
COSA VUOL DIRE “MINDFULNESS”?
La parola Mindfulness letteralmente significa “consapevolezza”;
si tratta infatti di una pratica che invita all’esperienza consapevole del
momento presente, in connessione con la realtà del mondo esterno e del nostro mondo
interno.
La Mindfulness ha
origini antichissime: si basa sulla meditazione Vipassana di tradizione buddhista,
sulle pratiche Yoga e sulla filosofia Zen. E’ stata sistematizzata e applicata
nell’ambito clinico moderno da Jon Kabat-Zinn, biologo molecolare, negli anni
Settanta del Novecento. A Kabat-Zinn si deve la fondazione, presso il
Massachusetts University Hospital, di una clinica per la riduzione dello
stress: è nato così il programma Mindfulness-based stress reduction (MBSR),
ossia “riduzione dello stress basata sulla mindfulness”.
Secondo la definizione
classica di Kabat-Zinn (1994)2, la mindfulness consiste nel
“prestare
attenzione in modo particolare: intenzionalmente, in maniera non giudicante,
allo scorrere dell’esperienza nel presente momento dopo momento”.
~Attenzione consapevole. La pratica della mindfulness ci invita innanzitutto ad essere
consapevoli, nel qui ed ora, delle esperienze che viviamo. Questo approccio ci
porta in contatto con le nostre emozioni e le nostre sensazioni fisiche,
osservando e accogliendo i segnali che provengono da ogni parte del corpo.
~Sospensione del giudizio. La mindfulness sottolinea l’importanza di sospendere il giudizio,
invitando a mettere in atto un atteggiamento di accettazione e di compassione.
Ciò significa lasciar fluire pensieri e sensazioni senza giudicarli, osservarli
mentre passano come nuvole nel cielo. Sono triste, sono arrabbiato per quello
che è successo a lavoro, sono in ansia, sento un dolore allo stomaco? Nella
mindfulness si prende atto, senza critiche o rimproveri.
Tutto ciò non
significa accettare in modo passivo e rassegnato ciò che accade, rinunciando all’azione.
Significa invece ricordarsi di non dover essere perfetti, imparare a non opporsi
inutilmente alle sensazioni e agli accadimenti, a non rimuginare, a non
alimentare pensieri automatici talvolta erronei; imparare a non seguire,
insomma, spirali che portano spesso ad azioni inutili e a stati di malessere.
Vivere mindful significa allenarsi a gestire meglio la mente e il corpo,
cogliendo la loro connessione e familiarizzando con le sensazioni fisiche e le
emozioni: esserne consapevoli è il primo passo per imparare a gestirle. La
consapevolezza della natura automatica delle emozioni permette di prenderne le
distanze, diminuendo lo stato di allerta e inducendo alla calma.
LA CONSAPEVOLEZZA
CORPOREA: DUE ESEMPI PRATICI
Le pratiche della
Mindfulness coinvolgono sia la mente sia il corpo.
Un aspetto
fondamentale del protocollo MBSR di Kabat-Zinn è costituito dalla consapevolezza
del respiro3,4. Focalizzarsi sul flusso del respiro permette di allenare
all’attenzione e all’essere presenti nel qui e ora. Favorisce inoltre uno stato
di calma, aiutando a gestire lo stress e problematiche di tipo ansioso e
depressivo.
Uno degli obiettivi
principali del programma MBSR di Kabat-Zinn è costituito dal raggiungimento
della consapevolezza di ogni parte del corpo. La mindfulness chiede di ampliare
la consapevolezza corporea, di essere presenti non solo con la mente ma con
tutto il corpo nella sua interezza. Questo scopo si può raggiungere tramite la
pratica del body scan, che permette di esplorare ogni parte del corpo
osservando le diverse sensazioni3,4.
Il body scan non è un
esercizio di rilassamento, bensì di consapevolezza! Connettendo la mente col
corpo può sopraggiungere uno stato di rilassamento, ma la pratica non va
eseguita perseguendo questo scopo.
Molti altri esercizi
allenano alle percezioni corporee: ad esempio, la scansione del piede è molto
utile per esercitare la consapevolezza di una parte del corpo spesso
dimenticata ma estremamente importante.
IL CERVELLO SI MODIFICA
Studi
di neuroscienze hanno mostrato che il cervello è in grado di modificarsi a
seguito delle esperienze (neuroplasticità). Essere cronicamente stressati porta
al consolidarsi di reazioni automatiche maladattive; lo stato di allerta
continuo predispone a disturbi ansiosi-depressivi e a disturbi fisici quali
ipertensione, sindrome del colon irritabile e indebolimento del sistema immunitario.
Le pratiche di mindfulness sembrano avere un impatto profondo a livello cerebrale,
inducendo uno stato di quiete e di benessere e agendo sullo stato di salute.
Alcune ricerche3,5 hanno mostrato che:
- si verifica un abbassamento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e si riduce la tensione muscolare;
- l’amigdala, area del cervello implicata nella regolazione emotiva, si riduce in attività e dimensioni;
- le pratiche sul respiro attivano il sistema parasimpatico, riducendo la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna;
- aumenta l’attività in alcune aree della corteccia prefrontale, associata alla pianificazione e al decision making; questo aumenta la capacità di gestione delle situazioni, anche le più difficili;
- i circuiti neurali deputati all’attenzione diventano più attivi;
- si rafforza il sistema immunitario e rallenta il processo di invecchiamento.
La mindfulness, oltre a
costituire un valido programma di intervento in ambito clinico, può essere
considerata in generale un approccio alla vita autentico e profondo. Vivere con
consapevolezza apre all’accettazione del cambiamento continuo (del mondo e di
se stessi), invita ad una sintonia tra la mente e il corpo, a coltivare stati
mentali positivi e a godere di piccole gioie che spesso passano inosservate.
Riferimenti bibliografici:
2. Kabat-Zinn, 1994. Wherever you go, there you are: Mindfulness meditation in everyday life.
New York: Hyperion.
3. Halliwell, E., 2016. Introduzione alla
Mindfulness. Milano: Tecniche Nuove.
4. Collard, P., 2016. Piccoli momenti di
Mindfulness. Milano: Mondadori.
5. Tang, Y., Posner, M., Holzel, B., 2015. The
neuroscience of mindfulness meditation. Nature
Reviews Neuroscience, 16 (4).
6. Kabat-Zinn, J., Lipworth, L, & Burney,
R. (1985). The clinical use of mindfulness meditation for the self-regulation
of chronic pain. Journal of Behavioral
Medicine, 8, 163–190.
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